Leggendo e ascoltando in questi giorni quanto detto e scritto
riguardo la sentenza della Corte europea circa i crocifissi nelle scuole
italiane mi sono sorte alcune domande.
L'impressione è che, come
sempre, la questione dei crocifissi sia la motivazione di facciata,
mentre sotto vi siano altre ragioni che fomentano la polemica.
La domanda che mi pongo, da cristiano e da insegnante di religione è questa: oggi che significato ha il crocifisso nelle scuole?
Tutte
le parti politiche, fatta eccezione per le correnti più estreme, si
sono opposte con forza alla sentenza della Corte europea, affermando che
il crocifisso è un simbolo della nostra cultura. Si è sottolineato come
anche per tanti non credenti e non cristiani (tra tutti il più citato è
stato Gandhi) esso sia comunque segno della sofferenza umana, che la
carità sa riscattare.
Ma la domanda che mi faccio è questa: nel senso comune, nella gente normale, che senso ha il crocifisso nelle scuole?
Un
ragazzo qualche settimana fa (prima della ormai famosa sentenza) mi
chiedeva: che senso ha appendere in classe l'immagine di un uomo morto?
Osservazione di certo legittima e interessante, che dal punto di vista
della materia che insegno permette di aprire spazi di riflessione molto
promettenti, ma che dal punto di vista del significato del crocifisso
oggi mostra come, almeno per questo ragazzo, esso non riesca ad evocare
quel valore intrinseco sbandierato in questi giorni da tutte le parti.
In
una delle due scuole in cui insegno i crocifissi nelle classi non ci
sono. Interessante il fatto che a nessuno è mai saltato in mente di
chiedere che fossero messi i crocifissi. E' così e non ci sono problemi
per nessuno. Non fa riflettere il fatto che la polemica venga fatta per
togliere i crocifissi e non per metterli?
L'impressione è che la
polemica di questi giorni non rispecchi il senso comune riguardo il
crocifisso. L'impressione è che del crocifisso in realtà interessi
davvero poco. Il fatto che ci sia o no nelle scuole nella vita di ogni
giorno non fa differenza, e questo è un dato di cui a mio parere occorre
prendere atto. Il vero motivo della netta presa di posizione a favore
del crocifisso penso sia quello della paura di una società ormai senza
riferimenti di venire del tutto annullata. Non interessa il significato
che il crocifisso ha. Interessa il fatto che il crocifisso è segno di
qualcosa. Qualcosa di cui non si capisce neanche bene l'identità, perché
per alcuni il crocifisso ha un certo significato, per altri uno
diverso... Comunque rappresenta qualcosa. E questo qualcosa indefinito e
ormai sconosciuto diventa l'appiglio per una società che di appigli non
ne ha più. Difendere il crocifisso oggi è il tentativo di chi sta
affogando di appigliarsi a qualcosa per salvarsi. Non importa a che
cosa, basta che permetta di sorreggersi.
Se da una parte è
comprensibile questa difesa, dall'altra è evidentemente meschina. Perché
non si ammette ciò che sta sotto la polemica ma si difende il
crocifisso nel nome di ideali che non ci sono più, a cui, fatta
eccezione per poche elite, a nessuno importa più nulla, perché poi la
vita di tutti i giorni è diversa, ragiona a partire da altri criteri, e
nessuno dice niente.
Non sono né a favore né contro i crocifissi
nelle scuole. Sono contro un certo modo di difenderli come ad un certo
modo di criticarli. Non ha senso dire che il crocifisso è offensivo per
chi non condivide la fade cristiana, e questo è stato messo in luce bene
nel dibattito di questi giorni. Non ha senso nemmeno però difendere i
crocifissi in nome di valori e ideali che vengono chiamati in causa solo
quando fa comodo ma che poi nella vita concreta vengono mistrattati in
modo ipocrita e silente.
Nei confronti del crocifisso nelle classi
penso che l'atteggiamento più corretto sia quello di Gesù. Per i
cristiani Gesù è Dio che è venuto sulla terra a portare un messaggio di
salvezza agli uomini. Ma è quel Dio che quando è stato rifiutato, come
direbbe Bonhoeffer, si è lasciato cacciare via dal mondo senza opporre
resistenza. La croce è il segno di Dio che si lascia cacciare via.
Ironicamente noi oggi siamo qui a lottare a spada tratta per difendere
questo segno. Vogliamo essere più cristiani di Cristo? Da cristiano
credo che l'atteggiamento corretto sia quello di Gesù: se mi volete sono
qui, se non mi volete tolgo il disturbo senza troppi problemi.
Ma è
chiaro che "volere" il crocifisso deve essere un volere autentico e non
di facciata, un volere che riguarda la vita nei suoi valori che si
vivono ogni giorno, non solo nei proclami.
Lo vogliamo così il crocifisso?
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